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mercoledì 27 febbraio 2019

dalla cripta

Donna gentile a l’amoroso guardo
ch’ognor beltade e più savere mostra,
i’ vo’ campar da la persona vostra
sí come quella a la cui face m’ardo;

e mora al dipartir non fora o tardo
lunge dai rai e dalla nivea chiostra
che sí mi volve in tormentosa giostra
più che l’agna dimembri aguglia o pardo:

ma fuggita, omè, che val, se priso
prisa da voi l’imago ne la mente
porto, lo stampo i’ dico del sorriso

cui pur pensando Amor mi fa dolente,
e ’n Inferno tornando ’l Paradiso
lagrime lassa a tanto strazio niente?


(Dante Petrarca o Francesco Alighieri, uno dei due. Bellissimo pastiche, ma mi chiedo se al di là del gioco, ovvero dell’esercizio stilistico, ce n’era davvero bisogno. E ancora, aspetto al varco tutti coloro che hanno comprato ammirati le cento poesie d’amore a Ladyhawke e ora forse diranno che Mari “non è più quello di prima”).

mercoledì 31 maggio 2017

pastiche

Come ogni volta che mi capita di ritrovarmi davanti a una poesia da 100 poesie d’amore a Ladyhawke di Michele Mari, mi sale la sensazione che non è vero che il pubblico non vuole la poesia, ma che piuttosto il pubblico vuole il pastiche, cioè la poesia già frullata così risparmia tempo e fatica mandibolare. Una operazione che in qualche modo ha a che fare coi passerotti nei nidi che aspettando che la mamma rimescoli nel becco il vermino del giorno, o all’opposto coi pazienti di un reparto di geriatria in attesa costipata della loro mela cotta. Tutta salute insomma. 

Verrà la gnagna e avrà i tuoi occhi 
questa gnagna che ci accompagna 
bollente e bianconera. Er poeta 
se la magna, poi se fa subito sera.

giovedì 15 dicembre 2016

poesia in bignami


Michele Mari mi sta simpatico, lo confesso, anche se non è il mio autore italiano preferito, diciamo così (mi piace meno di Siti ma molto più di Moresco). Condivido con lui il giudizio sui postmoderni americani (Foster Wallace, De Lillo, Pynchon): illeggibili. E anche io come lui preferisco Steinbeck a Faulkner, anche se i miei miti (non solo miei) continuano a essere Salinger, Hemingway e Fitzgerald. Però allo stesso modo, proprio come lui, ritengo Cento poesie d'amore a Ladyhawke un libro minore, non solo fra i suoi (per quanto sia il suo più venduto, 20.000 copie circa), ma anche come libro di poesia. E il fatto che venda più di De Angelis (1.000 copie circa a libro), a parte che De Angelis è il corrispettivo italiano di De Lillo, succede perché il suo è un libro di poesia in bignami. Bellino, abbastanza profondo da non doverti vergognare di leggerlo o di citarlo, ma anche abbastanza semplice da non metterti mai in difficoltà, da non porti domande. Lui però lo riconosce per primo, e di questo gli devo rendere merito.