Sabato sera e sono chiuso in casa col raffreddore. La mia solita sfiga, mi hanno detto. Immagino sia vero. Mi rifaccio ascoltando un po’ di musica. Will to love, scritta e registrata in una sola notte del 1976 da un Neil Young così strafatto di roba da perdere ogni inibizione e mettersi completamente a nudo, è una canzone che non ascoltavo da anni, ma c’è stato un lungo inverno della mia vita in cui la mettevo nel lettore quasi tutte le sere. Tanto per darmi coraggio oppure, come mi diceva mio fratello, per crogiolarmi meglio nelle mie paturnie. Forse è vero, ma non sono così convinto. Will to love è un lungo sogno in fondo. E forse lo vivo ancora, chissà.
Sapete, oggi ero in macchina con una amica e le ho detto che non voglio più innamorarmi, mai più, che sono ormai troppo cinico per fidarmi ancora. Ma mentivo. In fondo è anche una questione di poetica. Lo dicevamo ieri a cena con Lino, un mio amico poeta. Lui asseriva che fare poesia è prima di tutto e dall’origine un modo di celebrare il ricordo, o meglio il ricordo dei nostri morti. Uno scrive per non dimenticare e perché non si dimentichi. Poi, diceva Lino, per astrazione tu puoi volerti ricordare di quello che ti pare, dei pomodori come di un tramonto.
Il mio talento speciale, mi diceva Lino, o quello in cui riesco meglio è scrivere di tutte queste storie d’amore infelici, perché riassumono per episodi la mia visione fallimentare della vita, mi ricordano quello che in fondo al cuore sento come verità assoluta, e cioè che una vera sincera e profonda comunicazione fra le persone non potrà mai avvenire.
Questo diceva lui e non so se abbia ragione o no. Ma in questo caso, mi dico io, il mio è un esercizio di memoria malata, tutta protesa alla mia infelicità celebrando, e così non permettendomi di dimenticare, episodi infelici affinché sia io stesso a rendermi impossibile un rapporto semplice, completo. Oppure forse, ho pensato poi, magari qui ci sbagliamo tutti e il mio è solo un tentativo di esorcizzare la mia più grande paura, cioè quella di rimanere solo.
Sapete, oggi ero in macchina con una amica e le ho detto che non voglio più innamorarmi, mai più, che sono ormai troppo cinico per fidarmi ancora. Ma mentivo. In fondo è anche una questione di poetica. Lo dicevamo ieri a cena con Lino, un mio amico poeta. Lui asseriva che fare poesia è prima di tutto e dall’origine un modo di celebrare il ricordo, o meglio il ricordo dei nostri morti. Uno scrive per non dimenticare e perché non si dimentichi. Poi, diceva Lino, per astrazione tu puoi volerti ricordare di quello che ti pare, dei pomodori come di un tramonto.
Il mio talento speciale, mi diceva Lino, o quello in cui riesco meglio è scrivere di tutte queste storie d’amore infelici, perché riassumono per episodi la mia visione fallimentare della vita, mi ricordano quello che in fondo al cuore sento come verità assoluta, e cioè che una vera sincera e profonda comunicazione fra le persone non potrà mai avvenire.
Questo diceva lui e non so se abbia ragione o no. Ma in questo caso, mi dico io, il mio è un esercizio di memoria malata, tutta protesa alla mia infelicità celebrando, e così non permettendomi di dimenticare, episodi infelici affinché sia io stesso a rendermi impossibile un rapporto semplice, completo. Oppure forse, ho pensato poi, magari qui ci sbagliamo tutti e il mio è solo un tentativo di esorcizzare la mia più grande paura, cioè quella di rimanere solo.
I'll never lose it, never lose the will to love
Never lose the will
(Da ascoltare esclusivamente di notte)
11 commenti:
parafrasando tolstoj, si potrebbe dire che tutti gli amori felici si somigliano, ma ogni amore infelice lo è a modo suo.
ed è per questo che gli amori infelici sono sempre più interessanti.
detto in altri termini, scrivere è un esercizio di masochismo.
(a proposito, è già difficile essere sinceri con se stessi, antonio, figuriamoci con gli altri).
già, ma un sogno è sempre un sogno.
either i'm too sensitive or else i'm getting soft...
voglio amare perchè...ho bisogno di amore perdio!
cio simona
ciao lillo, vorrei avere la foto del ragazzo cinese davanti ai carri armati(non sono riuscita a trovarla)come posso fare?
grazie simona
ho bisogno d'amore sai zio, tutto quanto il giorno!
Ma tanto poi l'amore arriva quando non ci pensi proprio, quando sei preso da altro, ecco che allora ti sconvolge la vita.puoi rifiutarlo e sbattergli la porta in faccio, entrerà comunque.
P.S.
In un prossimo sabato di raffreddore(che non ti auguro), metti su una bella sciarpa e esci...meno paturnie!!
:)
sì, perchè no?
"Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce". ~ Blaise Pascal
Non tentare di spiegare troppo a te stesso il perchè delle cose, predisponiti con curiosità nei loro confronti e cerca di viverle senza pensare a quello che potrebbe essere se..
fai tesoro del passato e vivi il presente serenamente, altrimenti rischi di lasciarti sfuggire "l'attimo fuggente"
.. e non è vero che .. "una vera sincera e profonda comunicazione fra le persone non potrà mai avvenire del tutto"
.. io credo che possa avvenire.
ciao
buona guarigione
grazie alba. ma il cuore, così come ha ragioni diverse dalla ragione, allo stesso modo ha malattie tutte sue e tempistiche di guarigione particolari... vediamo quanto tempo si prenderà questo raffreddore dei sentimenti...
ne scrivi di cose belle,amico
grazie mr. vites :)
che poi è tutto un giro se ci penso... cioè ho scoperto questa canzone leggendo il libro di marco grompi che si ispirava al tuo su dylan... insomma non se ne esce proprio, il rock ci avvolge tutti!
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