venerdì 27 novembre 2009

primamore

L’amore è strano, lo sanno tutti. Ti colpisce quando meno te lo aspetti e nella maniera più insolita, lasciandoti spesso in mano solo una manciata di ricordi, più o meno dolci, o amari. Il mio primo grandissimo amore, ad esempio, l’ho incontrato in terza media: era una ragazza di dieci anni più grande di me, con gli occhi grandi e verdi come quelli di un gatto, la pelle bianchissima che sembrava un’aliena, i capelli tagliati a zero e una voce di quelle che ti metteva i brividi addosso quando cantava. Si chiamava Sinead O’Connor, era irlandese e da quando l’ho vista per la prima volta su MTV, nel video di quella che ancora oggi è la sua canzone manifesto, Nothing compares 2U, per tutti i primi anni ’90 non potevo parlare di lei senza sentire un piccolo singhiozzo al cuore. Son cose che adesso fanno sorridere ma davvero a un ragazzino basta poco per sognare. Ci si può davvero innamorare della ragazza in un video? Certo! Io l’amavo così come mia cugina era cotta di Madonna e si discuteva sempre di chi fosse la migliore delle due. Ma non c’era storia. Madonna era finta, anticonformista solo per i soldi. La O’Connor era come Giovanna d’Arco, per metà santa e per metà guerriera.


Adoro quel video ancora adesso (lo linko qui perché impossibile da incorporare). Mi piace il modo in cui lei guarda decisa in macchina da presa e subito dopo abbassa o sposta lo sguardo di lato in maniera così schiva, quella lacrima che a un certo punto le si vede scendere lungo la guancia mentre canta e tu sai che non è finzione, che si è davvero commossa, il modo in cui modula la voce ora deciso ora tremante e anche se allora non capivo quasi nulla di quel che diceva sapevo che parlava al mio cuore. Era bellissima, e diversa da tutte le altre!
La canzone era pregna del suono degli anni ’80, che molti oggi detestano, ma ho sempre pensato che la musica di quel decennio fosse la più disperata di sempre, così legata alla poetica del carpe diem, del cogli l’attimo prima che sia troppo tardi. Di sicuro a ispirare tutto questo era l’ansia per le incerte sorti della guerra fredda, il consumismo imperante, il rampantismo assurto a stile di vita sul modello americano. E non per nulla a fine decennio venne girato quel capolavoro assoluto che è L’attimo fuggente, che mostrò alla mia generazione, cresciuta a dosi di tette e battutacce del Drive-in, le possibilità offerte dalla riscoperta del romanticismo e della poesia come unica alternativa alla volgarità e al grigiore del mondo. In quei giorni decine di ragazzi come me vennero grandemente colpiti dalla visione di quel film, che fu un po’ il nostro Gioventù bruciata. Forse non ebbe lo stesso impatto sociale, ma fu sufficiente. Ecco, la musica degli anni ’80 aveva lo stesso fascino malinconico e un po’ decadente.


La O’Connor veniva da quegli anni e quella canzone aveva qualcosa di quello spirito ma lei era diversa. Era Giovanna D’Arco, un po’ santa e un po’ guerriera. Lo si capì due anni dopo quando, ospite del Saturday Night Live, una delle più importanti trasmissioni televisive degli Stati Uniti, strappò in diretta, lei che da irlandese era una fervente cattolica, la foto di papa Giovanni Paolo II gridando “Combatti il vero nemico!” (e non intendeva ovviamente il papa in sé ma la Chiesa, in quei giorni coinvolta in una serie di scandali sulla pedofilia), scatenando così contro se stessa le ire dei benpensanti. Poco dopo venne invitata al Madison Square Garden a un concerto tributo per il trentennale della carriera di Bob Dylan. Avrebbe dovuto cantare I believe in you, una sentita preghiera a Dio scritta da Dylan a fine anni ’70, ma una volta sul palco il pubblico, ancora irritato da quanto successo in tv, cominciò a fischiarle contro impedendole di cantare. A quel punto successe qualcosa di incredibile: la O’Connor venne presa da sacro furore artistico, afferrò il microfono e cantò a cappella War di Bob Marley, cantò con tutta la rabbia che aveva in corpo fino a zittire un intero stadio. Finita l’esibizione lanciò un ultimo sguardo, di quelli che ti gelano il sangue, alla gente davanti a sé, poi si voltò e tornò dietro le quinte dove si abbandonò in lacrime fra le braccia di Kris Kristofferson. Fu una cosa straordinaria e secondo me fu l’apice della sua carriera (che dopo si affossò lentamente e senza rimedio), e anche di quella serata. Nella performance improvvisata della O’Connor rivisse lo stesso spirito che animò Dylan quella sera del 1966 in cui sfidò il pubblico di Manchester cantando a volume “fottutamente alto” Like a Rolling Stone dopo che qualcuno gli aveva gridato “Judas!” dalla platea. Fu lo stesso spirito che, passando attraverso l’anarchia del punk e di pochi altri eroi solitari, creò un filo invisibile che li legava, una linea tesa a delimitare i confini di una zona in cui ancora più di Nothing compares 2U quell’esplosione di rabbia e dolore, quell’esibizione dettata unicamente dall’istinto e dal coraggio avevano un senso. Quella linea che mostra la distanza che passa fra chi vuole fare i soldi e chi invece fa dell’arte.

12 commenti:

SCIUSCIA ha detto...

...cazzo.
Che bel post. Bello bello.

(Odio quando un post mi piace troppo: trovo sempre e solo da dire niente altro che "bello", e suona terribilmente falso/adulatorio)

giardigno65 ha detto...

vero, bellissima e bravissima e probabilmente segnata dalla sparata antipapista.
Artista di una intensità unica ...

mod ha detto...

God has mercy!
particularly for Sinéad.
I know that.

lillo ha detto...

sciuscia, don't worry, grazie grazie :)

giardigno, anche tu avevi una cotta per lei? ;)

mod, tu sie saggia e sai un sacco di cose. ti credo :)

sergio pasquandrea ha detto...

Pensa che io invece la O'Connor l'ho sempre trovata insopportabile, probabilmente per gli stessi identici motivi per cui a te piaceva (che poi è una sensazione del tutto "a pelle", dato che di suo non conosco praticamente nulla).
Però quel video al Madison Square Garden è davvero emozionante.

marian. ha detto...

sei proprio un gran romantico tu! anche a me piace la o'connor. e gli anni 80. che non ho vissuto assorbendone la musica e le idee. ero troppo piccola.

agatathecat ha detto...

Lillo ma sei sicuro di avere 32 anni?

;))

lillo ha detto...

io? francamente no. ;)

lodolite ha detto...

ma dove ero io? non mi ricordo niente, forse troppo presa ad essere irrimediabilmente troppo adulta...
la tua passione mi emoziona e mi sembra di aver perduto qualcosa di importante.
ciao simona

lillo ha detto...

ma no, ero solo un fan come tanti ;)

Max_am ha detto...

Io la O'Connor la seguo ancora. I suoi occhi cerbiattosi, più che i suoi capelli, mi fecero impazzire. Il suo primo disco rappresenta per me qualcosa di speciale. Quella rabbia ruggente mista ad una dolcezza materna, quella forza nervosa centrifugata in una fragilità disarmante, quel suo candore sporco di terrena urgenza... rimane un'icona della mia ahimè lontana gioventù. Nothing compare2U, lo ricordo perchè per me è un grandissimo artista, forse il più grande di quel decennio, è stata scritta da Prince. Io trovo questa unione ... semplicemente disarmante. Lillo, as usual, bel post.

lillo ha detto...

thanks max :)