Me lo ha detto Pepecchio. Mi ha raccontato lui di averla vista, la lucciola. Se ne stava evidente, quasi un segno premonitore vicino a un muretto al parco giochi. E io, che non vedo più una lucciola da quando avevo sette, otto anni, quando l’ho saputo mi sono quasi commosso.
L’ultima volta che ci ho pensato è stato leggendo Norwegian Wood, romanzo di formazione di Haruki Murakami, incentrato sull’esperienza e l’accettazione della morte. La lucciola veniva liberata in un capitolo a metà romanzo, una notte, dal tetto di un palazzo sul mondo: “Anche dopo che era scomparsa, la sua scia luminosa restò ancora a lungo dentro di me. Nel buio totale dietro i miei occhi chiusi, quella piccola pallida luce continuò a vagare molto a lungo, come uno spirito inquieto”.
Mi piacerebbe credere, ora che scrivo, per quella sorta d’amore per gli incastri perfetti che hanno un po’ tutti i lettori di romanzi, che da quel tetto in Giappone la lucciola sia volata fin qui in Valle d’Itria, che per una volta nella vita, una delle poche, sia il mondo a conquistarci col suo abbraccio e non il contrario e che una piccola lucciola sia in grado, in virtù della sua sola fievole presenza, di lenire le nostre ferite, e i lutti. Di portare serenità negli animi inaspriti. E consapevolezza e la speranza che non solo oggi il cielo sia un po’ meno inquinato di ieri, ma che domani si prevedono altre e più importanti schiarite.
L’ultima volta che ci ho pensato è stato leggendo Norwegian Wood, romanzo di formazione di Haruki Murakami, incentrato sull’esperienza e l’accettazione della morte. La lucciola veniva liberata in un capitolo a metà romanzo, una notte, dal tetto di un palazzo sul mondo: “Anche dopo che era scomparsa, la sua scia luminosa restò ancora a lungo dentro di me. Nel buio totale dietro i miei occhi chiusi, quella piccola pallida luce continuò a vagare molto a lungo, come uno spirito inquieto”.
Mi piacerebbe credere, ora che scrivo, per quella sorta d’amore per gli incastri perfetti che hanno un po’ tutti i lettori di romanzi, che da quel tetto in Giappone la lucciola sia volata fin qui in Valle d’Itria, che per una volta nella vita, una delle poche, sia il mondo a conquistarci col suo abbraccio e non il contrario e che una piccola lucciola sia in grado, in virtù della sua sola fievole presenza, di lenire le nostre ferite, e i lutti. Di portare serenità negli animi inaspriti. E consapevolezza e la speranza che non solo oggi il cielo sia un po’ meno inquinato di ieri, ma che domani si prevedono altre e più importanti schiarite.
10 commenti:
Vorrei vedere quella lucciola tra i fiori del mio balcone, questa notte.
Basta un secondo di luce...
Le lucciole, pensa un po'.
Le vidi per la prima volta al mare, nell' '82, ospite di amici dei miei, sul Gargano. Ci chiamarono fuori, una sera, e il giardino era pieno di questi piccoli fiammiferi fosforescenti e intermittenti, che bucavano il buio in punti ogni volta imprevedibili.
E poi le rividi a Perugia, l'anno che ci arrivai, quindi l'estate del '94. Il pendio della collina che scende sotto San Francesco al Prato era tutto un brulicare di lucine giallo-verdi.
c'è un posto poco fuori Padova dove immancabilmente le trovi
Ma sembra un grande e gradito ritorno, è il terzo post che parla di lucciole... di queste lucciole :-)
L'ultima per me è stata due settimane fa… prato di fianco alla circo… e alla casa di Cìccj-Cò! Per chi avesse dubbi non ero ubriaca e non credo di esser preda di stato confusionale! :) La penultima, anzi le giacché eran tantissime, era il lontano 1992 Milano campo di grano (eh sì) alle spalle della mia casuccia in quel di Bicocca! :/
Ho letto da poco Norwegian Wood e mi ricordo di tantissimi dettagli, di Naoko, Reiko, Midori e la sua impazienza.
Io non ho mai visto una lucciola.
Mi piace questo pezzo.
Dirlo forse ti sembra superfluo.
Ho letto da poco Norwegian Wood e mi ricordo di tantissimi dettagli, di Naoko, Reiko, Midori e la sua impazienza.
Io non ho mai visto una lucciola.
Mi piace questo pezzo.
Dirlo forse ti sembra superfluo.
Più lucciole per gli animi inaspriti!Ciao Lillo!
le lucciole, così piccole e così cariche di forza evocativa. anche io ne sono stata fulminata, erano tante ed avevano qualcosa di magico.
ciao simona
nell'Appennino Tosco-Romagnolo ce ne sono tantissime, ancora. ma non lo dite, vi prego
Ciao Lillo è un peccato che tu sia inoccupato visto il modo coinvolgente, accattivante e bello in cui scrivi
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