Il pittore Levitan è qui in visita. Ieri sera siamo andati a caccia; lui ha sparato a un beccaccino che, ferito a un’ala, è caduto in una pozza d’acqua. L’ho raccolto: un lungo becco, due grandi occhi neri e un bellissimo piumaggio. Mi guarda, stupito. Che farne?
Levitan corruga la fronte, chiude gli occhi e mi prega, con un tremito della voce: “Caro, schiacciategli la testa col calcio del fucile”.
Io rispondo: “Non ho il coraggio”.
Lui seguita a stringersi nervosamente nelle spalle, a scrollare il capo e a implorare. E il beccaccino a guardarci con stupore.
Ho poi dovuto obbedire a Levitan e ucciderlo. Una bella creatura innamorata di meno, e due imbecilli che tornano a casa e si mettono a tavola.
Levitan corruga la fronte, chiude gli occhi e mi prega, con un tremito della voce: “Caro, schiacciategli la testa col calcio del fucile”.
Io rispondo: “Non ho il coraggio”.
Lui seguita a stringersi nervosamente nelle spalle, a scrollare il capo e a implorare. E il beccaccino a guardarci con stupore.
Ho poi dovuto obbedire a Levitan e ucciderlo. Una bella creatura innamorata di meno, e due imbecilli che tornano a casa e si mettono a tavola.
2 commenti:
ecco
Eh, sì, proprio imbecilli (povero Cechov).
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