Negli ultimi due mesi, preso da una sorta di febbre creativa dovuta forse ai miei raggiunti 40 anni, ho rimesso mani ad alcuni lavori già scritti, e fra gli altri ho ricominciato a lavorare a Rivelazione. Anche in vista di una possibile ristampa. Così, cercando di riempire alcune falle, smussarne gli spigoli, dare maggiore rotondità alla terza sezione del libro che è un po' esile perché avevo fretta di farlo uscire come omaggio ai miei nonni appena scomparsi, ho tirato fuori una trentina di brevi apologhi che si incastrassero, emotivamente e logicamente, fra quelli presenti nel libro. A un certo punto mi è venuta voglia di provare a unire i frammenti e trasformare queste storie in un romanzo unico, ma poi mi sono arreso alla loro evidenza di essere brevi boccate d'aria con cui affacciarsi di sotto, ma insufficienti a un'immersione vera e propria. Va bene così, immagino. Tenendo la testa di sotto ti godi l'azzurro toccato dai raggi di sole sul pelo dell'acqua. Di abissi e di buio se ne sono visti anche troppi e li lascio volentieri a subacquei più esperti di me.
1 commento:
se poi hai la maschera e resti lì lì appena sotto la superficie, sei la bambina più felice del mondo. Rivelazione è un libro bellissimo così.
Poi ti chiama mamma dalla spiaggia sotto l'ombrellone che è l'ora della focaccia.
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