Nel 1987, in una intervista radiofonica, domanda delle domande, chiesero a Keith Jarrett di descrivere cosa fosse per lui la musica. Jarrett, senza scomporsi, cercando di sintetizzare i suoi sentimenti e la sua idea di ricerca artistica, rispose citando il verso di una canzone di Bob Dylan, Shelter from the storm, del 1974: "Beauty walks a razor’s edge", la bellezza cammina su una lama di rasoio. Dylan, però, conclude il verso aggiungendo con una eco tutta keatsiana: "Someday I'll make it mine", un giorno la farò mia, la bellezza. Jarrett questo lo omette, si ferma prima, non gli interessa. Non chiede di afferrarla, conquistarla, farla sua, quanto piuttosto di poter continuare a ballare con lei su una lama di rasoio.
5 commenti:
Certo, Dylan ha un senso del possesso molto spiccato, vedi l'ultimo capitolo della saga Nobel
te la sei segnata la storia del nobel :D
L'hai letta la storia dei diritti sulla pubblicazione della lettura magistrale? Un capolavoro di arroganza e avidità dell'omuncolo premiato
l'ho letta velocemente, ma non ci ho trovato chissà che, sono operazione commerciali come tante secondo me... poi sinceramente sono venuto a patti con queste cose, se dovessi ascoltare musica o leggere libri o andare alle mostre in base al profilo etico degli artisti, non ascolterei più musica e non entrerei più in un museo per il resto della vita, e brucerei metà dei libri che ho in casa...
Ah su questo non ci piove
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