martedì 17 aprile 2018

vita di un falsario

Yasushi Inoue, capitolo secondo. Ho appena finito Vita di un falsario (pubblicato da Skira nel 2014), un libro breve, lieve, discreto, poetico nel senso più alto del termine, quanto ricco di possibili chiavi di lettura. Nel libro, scritto in prima persona, un giornalista che si occupa d’arte – proprio come Inoue – viene incaricato di redigere la biografia di un noto artista dai suoi figli. L’artista è universalmente riconosciuto come un genio e il lavoro di ricerca appare sulle prime allettante. Invece, annoiato dalla gravità del compito, il giornalista rimanda di continuo la fine dell’opera – per ben tredici anni! – fino al giorno in cui, interessandosi svogliatamente ai suoi dipinti ne scopre delle copie di buona fattura e, preso in una spirale di coincidenze, comincia a incalzare lo spettro di un amico di gioventù dell’artista – artista a sua volta ma senza il talento del primo – che è finito per diventare prima falsario – procacciandosi da vivere attraverso la vendita di falsi dell’altro – e poi produttore di fuochi d’artificio – con l’ambizione frustrante di creare un fuoco dal particolare colore azzurro mai realizzato da nessuno, fino al punto di perderci tre dita di una mano e l’amore di sua moglie. Il falsario muore in solitudine, dimenticato da tutti meno che dall’artista che lo nomina per tre volte nei suoi diari. Si delinea così la biografia casuale, inattesa e indesiderata, di un artista minore che, nell’ossessivo confronto col vero genio e nella sua vergognosa imitazione, non fa che rimarcare la propria incapacità di superare i propri limiti, senza suscitare la pietà di nessuno, nemmeno del lettore. Il reportage di questa sconfitta è a sua volta un falso, in quanto basato sulla vita e sulle opere di personaggi mai effettivamente esistiti ma descritti con tale accuratezza da essere verosimili. Ma, conclude Inoue alla fine del libro, «a questo punto, che si tratti di opere autentiche o di falsi, non ha più alcun significato».

Nell'immagine: Pruno in fiore di Wang Mian

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