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venerdì 13 settembre 2024

TQ poesia

Parlandone con alcuni autori e qualche amico, e sperimentandolo sulla mia stessa pelle, sto arrivando alla conclusione che la famosa sigla TQ che qualcuno si era inventato in alcuni circoli romani per indicare una certa generazione di scrittori italiani accomunati da alcune tematiche o tendenze, sarebbe più adatta a definire un'ampia fascia di poeti delle ultime generazioni, che hanno cominciato a pubblicare, quasi tutti, intorno ai trenta e poi fra alti e bassi hanno esaurito la loro vena – o meglio ancora la loro voglia di partecipare a un dibattito comune intorno alla poesia – intorno ai cinquanta. T e Q, allora, da intendersi come alfa e omega, punto di avvio e di chiusura di un percorso, magari caratterizzato da un certo talento, ma percepito dai più come inutile o incompreso; da cui appunto si autoescludono per delusione, frustrazione o disgusto, rabbia o mancanza di un’adeguata aggressività a farsi spazio. I più, pur continuando a scrivere, rinunciano a pubblicare, altri si dedicano al silenzio anche per lunghissimi periodi. In un paesaggio narcisistico come pochi sembra quasi impossibile arrivare a tanto, eppure, come editore, io più invecchio e più ne incontro.

giovedì 21 marzo 2024

partecipazione

Sullo schermo Jorge Riechmann un poeta spagnolo che sceglie di non usare più l'automobile né I'aereo per non partecipare nel suo piccolo all'inquinamento del pianeta, non essere complice. Un poeta italiano, lo so già, di fronte a tale decisione, lo definirebbe un coglione e/o illuso e aggiungerebbe che con una simile coerenza non salvi nessuno e ti complichi la vita, serve una rivoluzione, abbattere i padroni, che sono i veri colpevoli, ma nel frattempo non farsi riempire la testa di cazzate ambientaliste e vivere con ciò che si ha, senza rinunciare a nulla. Non potendo partecipare alla salvezza collettiva del mondo, che è una utopia, il poeta sceglie di partecipare alla sua distruzione, nel suo piccolo, come può.