mercoledì 8 agosto 2012

le dimensioni contano, non sempre

Profezia è un racconto di sole diciotto pagine. Non fatevi ingannare dalle dimensioni perché è un capolavoro...” Antonio D’Orrico.

Ecco, leggo cose come questa (nello specifico una recesione a un libro di racconti di Sandro Veronesi, qui) e mi viene da dire: ma tu che critico sei? O meglio ancora, ma che diavolo di critica fai?
Quella che mentre cerca di salvare la scrittura dal luogo (ormai) comune che una storia è più bella se è più lunga, lo ribadisce all'infinito.
Un capolavoro è un capolavoro e basta, che sia un racconto o un romanzo o una poesia, e le cose lunghe sono anche buone, ma ad altro. “Non fatevi ingannare dalle dimensioni” è, nel suo patetico tentativo di marketing spicciolo, un giudizio di fondo, un rimarcare a parole l'immaturità, o meglio ancora la regressione del lettore medio alle leggi del mercato (quello di strada) che predilige sempre, nei fatti, la quantità alla qualità, purché sia fiction.

6 commenti:

amanda ha detto...

non dirlo a me che le dimensioni non contano che in 157 cm sto riassumendo una vita da 49 anni :D

lievito ha detto...

io credo che parlasse perché è luogo comune che un libro piccolo non contenga una storia degna di questo nome.
il racconto in italia gode di pochissimi lettori.
poi, si sa che la quantità/qualità sono variabili variabilissime.

lil ha detto...

eppure, in italia, la tradizione novellistica è molto più ricca e nobile di quella romanziera. a volte mi chiedo cosa sia successo ai lettori nel secondo '900 (intendo proprio come evoluzione o metamorfosi)...

Antonio Convertini ha detto...

Non sapevo di questo luogo comune! Fa ridere!
Ma fammi capire: secondo te, dunque, per disinnescarlo non andrebbe nemmeno discusso?

antonio lillo ha detto...

no no, va discusso. va messa casomai in discussione certa faciloneria di giudizio.
è un po' come a scuola. forse quando era più severa era meno umana, però quello che imparavi ti restava dentro più a lungo e con più forza. voglio dire che a furia di fare le cose "facili per tutti", con la scusa della democrazia, si è finito anche per abbassare la qualità e la portata dell'offerta.
io magari scriverei, al posto di d'orrico: "questo è un grande racconto! è così grande che il suo autore è riuscito a condensare in 10 parole quello che scrittori molto meno capaci mettono in 100!"

ps. bella foto profilo! ;)

Antonio Convertini ha detto...

Sì, sì, ora mi è chiaro. In effetti, per come si è espresso, D'Orrico risulta piuttosto accomodante verso l'opinione che se ha molte pagine allora è meglio.

ps: Grazie! :)