“Profezia è un racconto di sole diciotto pagine. Non fatevi ingannare dalle dimensioni perché è un capolavoro...” Antonio D’Orrico.
Ecco, leggo cose come questa (nello specifico una recesione a un libro di racconti di Sandro Veronesi, qui) e mi viene da dire: ma tu che critico sei? O meglio ancora, ma che diavolo di critica fai?
Quella che mentre cerca di salvare la scrittura dal luogo (ormai) comune che una storia è più bella se è più lunga, lo ribadisce all'infinito.
Un capolavoro è un capolavoro e basta, che sia un racconto o un romanzo o una poesia, e le cose lunghe sono anche buone, ma ad altro. “Non fatevi ingannare dalle dimensioni” è, nel suo patetico tentativo di marketing spicciolo, un giudizio di fondo, un rimarcare a parole l'immaturità, o meglio ancora la regressione del lettore medio alle leggi del mercato (quello di strada) che predilige sempre, nei fatti, la quantità alla qualità, purché sia fiction.
Ecco, leggo cose come questa (nello specifico una recesione a un libro di racconti di Sandro Veronesi, qui) e mi viene da dire: ma tu che critico sei? O meglio ancora, ma che diavolo di critica fai?
Quella che mentre cerca di salvare la scrittura dal luogo (ormai) comune che una storia è più bella se è più lunga, lo ribadisce all'infinito.
Un capolavoro è un capolavoro e basta, che sia un racconto o un romanzo o una poesia, e le cose lunghe sono anche buone, ma ad altro. “Non fatevi ingannare dalle dimensioni” è, nel suo patetico tentativo di marketing spicciolo, un giudizio di fondo, un rimarcare a parole l'immaturità, o meglio ancora la regressione del lettore medio alle leggi del mercato (quello di strada) che predilige sempre, nei fatti, la quantità alla qualità, purché sia fiction.
6 commenti:
non dirlo a me che le dimensioni non contano che in 157 cm sto riassumendo una vita da 49 anni :D
io credo che parlasse perché è luogo comune che un libro piccolo non contenga una storia degna di questo nome.
il racconto in italia gode di pochissimi lettori.
poi, si sa che la quantità/qualità sono variabili variabilissime.
eppure, in italia, la tradizione novellistica è molto più ricca e nobile di quella romanziera. a volte mi chiedo cosa sia successo ai lettori nel secondo '900 (intendo proprio come evoluzione o metamorfosi)...
Non sapevo di questo luogo comune! Fa ridere!
Ma fammi capire: secondo te, dunque, per disinnescarlo non andrebbe nemmeno discusso?
no no, va discusso. va messa casomai in discussione certa faciloneria di giudizio.
è un po' come a scuola. forse quando era più severa era meno umana, però quello che imparavi ti restava dentro più a lungo e con più forza. voglio dire che a furia di fare le cose "facili per tutti", con la scusa della democrazia, si è finito anche per abbassare la qualità e la portata dell'offerta.
io magari scriverei, al posto di d'orrico: "questo è un grande racconto! è così grande che il suo autore è riuscito a condensare in 10 parole quello che scrittori molto meno capaci mettono in 100!"
ps. bella foto profilo! ;)
Sì, sì, ora mi è chiaro. In effetti, per come si è espresso, D'Orrico risulta piuttosto accomodante verso l'opinione che se ha molte pagine allora è meglio.
ps: Grazie! :)
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