Ieri avevo mal di testa per cui, pur rammaricandomene, sono riuscito a prestare poca attenzione al pestaggio del presidente del Consiglio. Nondimeno non mi sono sfuggite alcune delle dichiarazioni che per tutta la serata hanno condito i vari Tg, FB oppure i blog a tema politico di alcuni amici. Tutti solidali al presidente, tutti contrari agli atti di violenza eppure tutti convinti che quello che è successo era inevitabile dato il clima politico che sta lentamente spaccando in due l’Italia, fra fanatici e oppositori del berlusconismo.
Certo il viso del presidente insanguinato, col dente rotto e gli occhi lucidi è un’immagine che desta impressione in chiunque. Non solo come può farlo quella di una qualsiasi vittima di guerra. Mette sgomento addosso perché è in sé l’immagine di un attacco al potere. È un qualcosa che molti sognano ma pochi sono in grado di affrontare concretamente. Se quel tizio ieri, Tartaglia, invece di lanciargli in faccia un souvenir gli avesse sparato, oggi l’Italia sarebbe nel caos più totale. Tanto che qualcuno ha parlato di attentato “terroristico”.
La polizia smentisce però, attribuendo il gesto a un pazzoide. Ecco, a me, sulla parola “pazzoide” è venuta in mente una striscia a fumetti pubblicata negli Stati Uniti agli inizi del ‘900 e intitolata Krazy Kat. La striscia era semplicissima: rappresentava il rapporto un po’ stralunato fra un topo e un gatto, col topo che lanciava ogni volta in testa al gatto un mattone, finendo poi in prigione, e il gatto che interpretava questo gesto del topo come un atto d’amore.
Ecco, mi chiedo, e se avessimo sbagliato tutto? Noi subito abbiamo pensato a un attacco allo Stato, attraverso il personaggio pubblico Berlusconi. Ma se invece di un gesto d’odio quello di Tartaglia fosse stato un gesto d’amore? Se nella follia dell’uomo invisibile nella folla ci fosse nascosta solo la volontà di richiamare l’attenzione di un presidente che ha fatto della sua empatia col popolo il proprio vessillo? Berlusconi è stato e rimane il primo presidente mediatico della nostra storia, il primo a capire e sfruttare al massimo il potenziale offerto dai media per una più capillare diffusione del proprio messaggio. Facendo questo ha irrimediabilmente modificato anche il modus pensandi delle persone che sono cresciute nel suo raggio d’azione. E il suo raggio d’azione è immenso, tanto che personalmente diffido più di chi gli si dice nemico asserendo di non avere niente in comune con lui che non di un suo fedele. Per combattere un nemico potente bisogna prima saper riconoscere quanto di lui c’è in noi e io credo che, volenti o no, dopo trent’anni di televisione e venti di sua politica ci sia un po’ di berlusconismo in ciascuno di noi.
Qualcuno ha assorbito più berlusconismo di altri. Ecco quel che penso. E se Tartaglia abbia agito per vero odio verso il presidente, e quindi anche un po’ verso se stesso, oppure per amore, non lo so. Ma credo anche che, se la notizia verrà trasmessa troppo in Tv, così come da una parte favorirà nei sondaggi il presidente, che adesso assumerà agli occhi di molti l’aura del martire delle libertà (statene certi) allo stesso modo rischierà pure, come l’effetto di un bumerang, di favorire il ripetersi di atti simili da parte di persone ugualmente disturbate, che provano un’attrazione morbosa per lui.
Certo il viso del presidente insanguinato, col dente rotto e gli occhi lucidi è un’immagine che desta impressione in chiunque. Non solo come può farlo quella di una qualsiasi vittima di guerra. Mette sgomento addosso perché è in sé l’immagine di un attacco al potere. È un qualcosa che molti sognano ma pochi sono in grado di affrontare concretamente. Se quel tizio ieri, Tartaglia, invece di lanciargli in faccia un souvenir gli avesse sparato, oggi l’Italia sarebbe nel caos più totale. Tanto che qualcuno ha parlato di attentato “terroristico”.
La polizia smentisce però, attribuendo il gesto a un pazzoide. Ecco, a me, sulla parola “pazzoide” è venuta in mente una striscia a fumetti pubblicata negli Stati Uniti agli inizi del ‘900 e intitolata Krazy Kat. La striscia era semplicissima: rappresentava il rapporto un po’ stralunato fra un topo e un gatto, col topo che lanciava ogni volta in testa al gatto un mattone, finendo poi in prigione, e il gatto che interpretava questo gesto del topo come un atto d’amore.
Ecco, mi chiedo, e se avessimo sbagliato tutto? Noi subito abbiamo pensato a un attacco allo Stato, attraverso il personaggio pubblico Berlusconi. Ma se invece di un gesto d’odio quello di Tartaglia fosse stato un gesto d’amore? Se nella follia dell’uomo invisibile nella folla ci fosse nascosta solo la volontà di richiamare l’attenzione di un presidente che ha fatto della sua empatia col popolo il proprio vessillo? Berlusconi è stato e rimane il primo presidente mediatico della nostra storia, il primo a capire e sfruttare al massimo il potenziale offerto dai media per una più capillare diffusione del proprio messaggio. Facendo questo ha irrimediabilmente modificato anche il modus pensandi delle persone che sono cresciute nel suo raggio d’azione. E il suo raggio d’azione è immenso, tanto che personalmente diffido più di chi gli si dice nemico asserendo di non avere niente in comune con lui che non di un suo fedele. Per combattere un nemico potente bisogna prima saper riconoscere quanto di lui c’è in noi e io credo che, volenti o no, dopo trent’anni di televisione e venti di sua politica ci sia un po’ di berlusconismo in ciascuno di noi.
Qualcuno ha assorbito più berlusconismo di altri. Ecco quel che penso. E se Tartaglia abbia agito per vero odio verso il presidente, e quindi anche un po’ verso se stesso, oppure per amore, non lo so. Ma credo anche che, se la notizia verrà trasmessa troppo in Tv, così come da una parte favorirà nei sondaggi il presidente, che adesso assumerà agli occhi di molti l’aura del martire delle libertà (statene certi) allo stesso modo rischierà pure, come l’effetto di un bumerang, di favorire il ripetersi di atti simili da parte di persone ugualmente disturbate, che provano un’attrazione morbosa per lui.
14 commenti:
Anch'io ieri sera, guardando le notizie, ho visto il servizio e sono rimasta inorridita.
Poi ho parlato con mio padre e entrambi abbiamo ripetuto le parole "martire" e "aumento di popolarità".
Mi sembra evidente che questa persona debba andare in pensione perchè è evidente che la demagogia non porta se non a questi atti, degni di una repubblica delle banane.
rientrato a casa ieri sera notavo come le reti mediaset trasmettevano in sovraimpressione la notizia dell'"attentato" al premier e le varie edizioni straordinarie....
io sinceramente non mi sono soffermato sulla rai ma non mi pare che abbiano fermato la programmazione per speciali su berlusconi....e in tutta sincerità le uniche edizioni straordinarie che ricordo sono state l'inizio delle guerra nel golfo e l'attentato delle torri gemelle...in sintesi...lillo ....hanno già iniziato una campagna di martirizzazione....ecco cosa pensavo ieri sera....
martin
quando qualcuno viene aggredito io solidarizzo con lui. Quando la stessa persona aggredita, dopo pochi secondi, si libera dei soccorritori e si mostra gagliardo al popolo, mi sale la rabbia. il resto è vita politica, vita sporca.
simona
Interpretazione interessante, la tua. Anche secondo me c'è un misto di attrazione e di odio in quel gesto. Si fosse trattato solo di odio, forse si sarebbero usati mezzi più offensivi, se non letali (un coltello, una pistola). Potrebbe anche essere un grido di dolore, quel gesto, ovvero la rivendicazione della propria esistenza. Se il custode della villa, quel Mangano, mise una bomba al cancello per dire "Ci sono!", le motivazioni di questo Tartaglia potrebbero essere lette in modo analogo?
Secondo me è colpa di Nanni Moretti.
vero, e la scelta di quel souvenir non è casuale ...
anche quello che ha ammazzato john lennon, amava john lennon
Massimo Tartaglia, il Mark Chapman dei tempi nostri.
State cercando di dire che Veronica Lario è più stronza di Yoko Ono..?
più stronza non lo so, ma l'altro giorno parlavo con un mio amico appassionato di matematica che, basandosi su quello che la lario ha chiesto per il divorzio, ha calcolato che a lui basterebbe l'equivalente di quanto lei prende in diciotto ore di vita per estinguere il suo mutuo... ci crederesti? a nessuno dei due è venuto da ridere.
cmq anche a me, mentre scrivevo è venuto in mente john lennon...
Ecco appunto, ora anche martire.
Comunque interessante analisi ma se fosse invece tutta una messa in scena?
Ma questa è un'altra storia.
speriamo di no, altrimenti saremmo già finiti in un american movie...
berlusconi abbattuto dal suo stesso simbolo di potenza:milano! che ironia. mi dispiace per i denti rotti...una volta mi è capitato ('tuzzando' contro la testa di un bambino che giocava a mettersi a mollo sotto una fontana a gardaland) che mi rompessi l'incisivo. fa una strana sensazione in bocca toccare con la lingua il dente rotto. poi tra il gesto folle o non folle, quando girano girano. questo ci insegna che dobbiamo sempre avere tono quando parliamo perchè può sempre capitare uno che non ha la capa bbuona come dicono a napoli. il fatto fa tanto scalpore perchè il personaggio è fin troppo famoso. per abbattere berlu e il berlusconismo non si dovrebbe più parlare di lui. esattamente come si fa con le notizie. berlu è un prodotto mediatico e i media possono cestinarlo così come l'hanno creato.
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