giovedì 30 maggio 2013

sulla maestra di barletta e casi affini

Quando sento al tg casi come quello della maestra di Barletta che picchiava i bambini e poi le interviste ai genitori sconvolti, a me viene sempre da pensare, guardandoli, che un po’ ce lo meritiamo. Non si può sempre fare gli innocenti, soprattutto in casi come questi, non si può di continuo portare avanti la contraddizione di pensare all’insegnamento come a uno sfiatatoio sociale per disoccupati (qualsiasi tipo di disoccupato) e poi lamentarsi, scandalizzati, che “non fa l’insegnante”. Il lavoro non deve venire prima dei bambini. Lo so che quello dell’insegnante oggigiorno è considerato lavoro da sfigati, ma servono delle competenze precise, e quando si dice competenze si parla di competenze attitudinali, capacità di instaurare un rapporto di fiducia col bambino, non mettere la crocetta sul test di storia o geografia. Dove queste competenze vengono rispettate, come all’estero, la scuola prospera e lo Stato pure, perché un bambino felice diventa un cittadino felice. Io che non ho figli l’ho capito. Mi chiedo quando ci arriveranno quelli coi figli. (È vero anche che chi decide queste cose i propri li manda alle scuole private e chi soffre è sempre la plebaglia).

6 commenti:

Anonimo ha detto...

La scuola pubblica viene massacrata ad arte. Se non fosse per tanti insegnanti meritevoli di cui non si parla mai... Povera societa' futura. Francesca

amanda ha detto...

Hai perfettamente ragione

Fanno fare le crocette anche per entrare a Medicina, magari non sarei mai entrata ora.

marian. ha detto...

la scuola pubblica è sacra solo per chi ci crede nella RES pubblica. Sulle competenze sociali hai mille volte ragione: non sono tutti portati a stare in classe; me ne accorgo quotidianamente. Intorno a me ci sono degli incompetenti fuori misura, ma non solo non sono nessuno per giudicare un mio collega, inoltre manca la possibilità di valutare in modo imparziale su QUALE sia il metodo giusto perchè non esiste, semplicemente. Mi viene in mente solo Pennac il quale accennava a qualcosa tipo l'AMORE per i propri allievi; è anche vero però che i genitori si prendono troppe libertà di fare e dire le minchiate più assurde sui metodi di insegnamento e questo per due ragioni: la totale perdita del senso e del valore della convivenza civile (causa individualismo imperante) e il fatto che a decidere questa direzione nella scuola siano stati esattamente persone che già da tempo avevano perso il senso della convivenza civile. Calamandrei l'aveva già annunciato anni fa: quando si toglie al pubblico il solo obiettivo e il lento smantellamento del suo valore. Sull'insegnante di Barletta: eradiarla SUBITO!

Anonimo ha detto...

Faccio l'insegnante, e posso dire che è veramente un lavoro da sfigati, che si fa per arrivare a fine mese (qualuno lo fa per vocazione, ma pochi). Questo ovviamente non autorizza in nessun caso a picchiare i bambini, per quanto insopportabili (l'unica soluzione è subire passivamente fino alla sospirata campanella).
Ma la retorica sull'insegnante che deve instaurare un rapporto umano eccetera è piuttosto vieta. Anzi, l'insegnante che vuole sperare di sopravvivere dev'essere il più possibile freddo, distaccato, professionale e stronzo.

lillo ha detto...

beh, anche questo è un punto di vista interessante, e giusto. quando parlo di rapporto umano non intendo amicizia, parlo piuttosto di un rapporto basato sulla correttezza.

Anonimo ha detto...

Vero, infatti molti insegnanti traducono e sfogano la loro comprensibile frustrazione in stronzaggine e violenza psicologica contro gli studenti (pur spesso non incolpevoli). E' una reazione umana, ma che andrebbe evitata. Proprio questi insegnanti vendicativi sono i più temuti, e di conseguenza i più rispettati. Invece il grado di preparazione culturale degli insegnanti non viene non dico apprezzato, ma neppure riconosciuto e compreso.