Mi manca, forse, lo sguardo dei volatili girato sull’antenna più alta dei palazzi, lunghissimo come un periscopio sul mondo, sollevato oltre questa cappa d’ansia e di rimproveri, di attese. Mi manca quel volo che sovrasti con distacco il mondo e i suoi problemi, le consegne, e con disprezzo lo sommerga di escrementi, le sue bombe d’espressione. Oppure, alla fine, il riposo degli insetti sul muro, senza rimpianti o rimorsi per le occasioni perdute, ma paghi sul lago bianco, opaco, verticale, che non riflette più cielo. Indifferenti ai loro impegni e concentrati pigramente sul nulla.
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