sabato 24 maggio 2014

la siepe

Con l’arrivo del caldo le tartarughe hanno ricominciato le loro incursioni in giardino divorando ogni cosa, ogni nuova pianticella dalle foglioline morbide, dai petali vivaci. Così a malincuore, per salvare il giardino, mio padre le ha raccolte e spostate in un’aiuola recintata, dove si aggirano nervose private della loro libertà, o stanno lunghe ore all’ombra della siepe, sognando quello che nasconde. Senza i loro fruscii, il giardino si è fatto silenzioso, e a poco serve il lampo della lucertola sul muro o l’ombra pigra della farfalla in volo, o il canto ruvido dei colombacci sui cedri o delle gazze, o il piano ronfare dei gatti che sognano la caccia tra i papaveri. Un cane si aggira per strada da giorni, oltre il cancello. È alla ricerca di un padrone, e trascina ancora la catena al collo.

3 commenti:

marian. ha detto...

Noi umani ci affanniamo sul nulla e la bellezza se ne sta, facendosi beffa di noi, tutta nella normalità della natura (una natura in cui non c'è l'animale uomo) che segue i suoi percorsi nel giro uguale dei giorni. Queste parole sono immagini belle davvero e quel cane mi lascia addosso una gran fame d'affetto.

Tita ha detto...

Recinti

Unknown ha detto...

chiara, limpida, trasparente visione quotidiana e primaverile, il cane cerca un'altra infinita catena, sarà tu a legargliela al collo?