Con l’arrivo del caldo le tartarughe hanno ricominciato le loro incursioni in giardino divorando ogni cosa, ogni nuova pianticella dalle foglioline morbide, dai petali vivaci. Così a malincuore, per salvare il giardino, mio padre le ha raccolte e spostate in un’aiuola recintata, dove si aggirano nervose private della loro libertà, o stanno lunghe ore all’ombra della siepe, sognando quello che nasconde. Senza i loro fruscii, il giardino si è fatto silenzioso, e a poco serve il lampo della lucertola sul muro o l’ombra pigra della farfalla in volo, o il canto ruvido dei colombacci sui cedri o delle gazze, o il piano ronfare dei gatti che sognano la caccia tra i papaveri. Un cane si aggira per strada da giorni, oltre il cancello. È alla ricerca di un padrone, e trascina ancora la catena al collo.
3 commenti:
Noi umani ci affanniamo sul nulla e la bellezza se ne sta, facendosi beffa di noi, tutta nella normalità della natura (una natura in cui non c'è l'animale uomo) che segue i suoi percorsi nel giro uguale dei giorni. Queste parole sono immagini belle davvero e quel cane mi lascia addosso una gran fame d'affetto.
Recinti
chiara, limpida, trasparente visione quotidiana e primaverile, il cane cerca un'altra infinita catena, sarà tu a legargliela al collo?
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