Le anguille si muovono in branchi sul fondo dell’acqua, e stanno riparate nel fango per nascondersi nelle loro migrazioni. Sono cacciate senza tregua, a causa della prelibatezza delle carni, ma sono altrettanto brave a sgusciare con estrema destrezza fra le braccia di chi vuol stringerle. Alcuni pescatori di fiume, dunque, le infilzano con un bastone appuntito che chiamano, ironicamente, la freccia di Cupido. Le anguille colpite si agitano impazzite dal dolore, poi muoiono sventrate col rimpianto di non rivedere il mare. Le altre intorno, accecate dal fango, ma allertate dall’agitarsi delle compagne ferite, si muovono con loro per confondere le acque, imitandone alla perfezione i movimenti, il loro ondeggiare in una lunga danza prima furiosa, poi sempre più lenta, languida man mano che si spengono, poi appena un tremolio. Fino alla calma.
1 commento:
te lo dico ora o te l'ho già detto che diventi sempre più bravo?
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