Visualizzazione post con etichetta danza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta danza. Mostra tutti i post

martedì 10 settembre 2024

la danza della morte

Uno dei momenti più alti del cinema tedesco sotto il nazismo, la danza della morte all'interno dei film Paracelsus (1943) di G.W. Pabts. Subito dopo la guerra la pellicola venne bollata come puro film di propaganda e rinnegata dal suo autore. Ma quando all’interno della città di Basilea assediata dalla peste si scatena improvvisa e tremenda la danza orgiastica del giullare interpretato da Harald Kreutzberg – uno dei più sconvolgenti e innovativi coreografi del 900 – che contagia tutti coi suoi movimenti disarticolati e prefigura la comparsa della stessa morte, è impossibile non farsi prendere da un brivido pensando a come presto un’identica danza collettiva avrebbe trascinato l’intera Germania appestata verso il baratro. Nel film, e qui sì entrano in gioco il mito e la propaganda, Paracelsus riesce a scacciarla. Nella realtà, il demiurgo Hitler le verrà a sua volta sottomesso – e la sua fine verrà poi rappresentata in quell’altro capolavoro del regista che è Der letzte Akt (L’ultimo atto) del 1955.

martedì 4 giugno 2024

sogno dei ballerini

Nel mio sogno di stanotte, perfettamente magrittiano, centinaia di persone ballavano sospese in alto sulle acque di un fiume che attraversava una città vuota emettendo una luce fioca come se fossero delle lucciole. Io camminavo loro accanto, osservandole dal lungofiume o da sotto un porticato, accompagnato da un piccolo istrice che se mi avvicinavo troppo sollevava gli aculei e le guardavo con una sorta di rifiuto perché sentivo che, per essere così leggere, negavano che ci fosse una pura verità: erano leggere non sapendola, a patto cioè di non saperla. Invece, pur lasciando la porta aperta, mi rifugiavo in una cella nuda per scriverla, ma non riuscivo a trovare le parole adatte, non riuscivo a esprimerla. Mi sfuggiva di continuo. Così, né da una parte partorivo questa verità necessaria che sentivo costiparmi, né dall’altra, per il solo fatto di sentirla, riuscivo a unirmi al ballo di chi stava sospeso per aria e sembrava così lieve e non vedeva nient’altro intorno a sé che la propria luce.

sabato 30 agosto 2014

la danza

Le anguille si muovono in branchi sul fondo dell’acqua, e stanno riparate nel fango per nascondersi nelle loro migrazioni. Sono cacciate senza tregua, a causa della prelibatezza delle carni, ma sono altrettanto brave a sgusciare con estrema destrezza fra le braccia di chi vuol stringerle. Alcuni pescatori di fiume, dunque, le infilzano con un bastone appuntito che chiamano, ironicamente, la freccia di Cupido. Le anguille colpite si agitano impazzite dal dolore, poi muoiono sventrate col rimpianto di non rivedere il mare. Le altre intorno, accecate dal fango, ma allertate dall’agitarsi delle compagne ferite, si muovono con loro per confondere le acque, imitandone alla perfezione i movimenti, il loro ondeggiare in una lunga danza prima furiosa, poi sempre più lenta, languida man mano che si spengono, poi appena un tremolio. Fino alla calma.

domenica 7 aprile 2013

non credevo...

Non credevo c’è ancora jazz per le strade e poesia
che parlano d’amore, dicono si muove
infischiandosi meravigliosamente di tutto
nel tuo fermacapelli o nella curva dell’occhiale
nel modo in cui ti muovi leggera per il mondo ballerina.