Uno dei momenti più alti del cinema tedesco sotto il nazismo, la danza della morte all'interno dei film Paracelsus (1943) di G.W. Pabts. Subito dopo la guerra la pellicola venne bollata come puro film di propaganda e rinnegata dal suo autore. Ma quando all’interno della città di Basilea assediata dalla peste si scatena improvvisa e tremenda la danza orgiastica del giullare interpretato da Harald Kreutzberg – uno dei più sconvolgenti e innovativi coreografi del 900 – che contagia tutti coi suoi movimenti disarticolati e prefigura la comparsa della stessa morte, è impossibile non farsi prendere da un brivido pensando a come presto un’identica danza collettiva avrebbe trascinato l’intera Germania appestata verso il baratro. Nel film, e qui sì entrano in gioco il mito e la propaganda, Paracelsus riesce a scacciarla. Nella realtà, il demiurgo Hitler le verrà a sua volta sottomesso – e la sua fine verrà poi rappresentata in quell’altro capolavoro del regista che è Der letzte Akt (L’ultimo atto) del 1955.
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