Autore che vuole pubblicare con me, non accettando i miei rifiuti fatti con gentilezza, comincia a stalkerizzarmi chiamandomi di continuo al telefono, oppure, quando non gli rispondo, mandandomi dei lunghissimi messaggi su whatsapp e controllando cosa scrivo su Facebook attraverso la sua ragazza, perché lui non è sui social, ma lei sì! A un certo punto, visto che non ci sente proprio da quell’orecchio, anzi più lo rifiuto e più si fa insistente, faccio il tentativo ultimo di scrivere a lei per chiederle se può convincerlo a lasciarmi in pace. La ragazza, però, mi risponde offesa che sono l’ennesima persona che ha “frainteso” il suo fidanzato, e dopo avermi mollato un paio di insulti perché secondo lei sono un cinico che si diverte a giocare con gli autori, mi toglie l’amicizia e mi blocca. Così per qualche giorno non si fa più vivo e penso che forse il problema è risolto. Finché lui non mi chiama per scusarsi del “comportamento” della ragazza, aggiungendo che non vorrebbe che col suo scatto d’ira lei possa rovinare i “nostri” rapporti editoriali. – Ma quali cazzo di rapporti editoriali? comincio ad agitarmi al telefono, costringendolo a chiudere la telefonata. – Ecco, io sinceramente uno così, capace di vendersi anche la zita per raggiungere i propri scopi, non lo pubblicherei nemmeno se mi pagasse. Lo scrivo qui, anche se tanto quell’altra che lo segue a ruota non mi legge più, perché mi verrebbe da dire che due così Dio li fa e poi li accoppia, però un po’ mi dispiace per lei, perché prima o poi si prenderà un bel calcio nel culo e magari non capisce neppure da dove le arriva.
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