Stamattina stavo facendo un giro di controllo dei premi a cui ho partecipato negli ultimi mesi come editore. E sempre più mi convinco che se volevo disfarmi gratuitamente delle copie del libro, facevo meglio a tappezzarci la lettiera del gatto, almeno ci cacavano sopra con affetto. Ma quello che mi ha dato da pensare, soprattutto, è stato accorgermi che ormai in molti concorsi (anche dai nomi blasonati come il Flaiano o il Pascoli) sono stati segnalati dai giurati o sono arrivati in finale libri stampati con Youcanprint. Questo da una parte mi pare segnalare l'avallo definitivo dei salotti letterari all'autopubblicazione; ma a questo punto, rivoltando la frittata, mi chiedo perché io piccolo editore non dovrei far pagare l'autore se poi nei premi o nelle recensioni veniamo trattati alla pari. Perché sono eticamente più bello? Più bello di chi? Dall'altra parte mi fa scattare una domanda tanto cara al mio amico Roberto R. Corsi: perché se faccio un libro in ebook (eticamente il top, perché risparmi carta e soldi) no, quello non va bene per i premi; ma se lo pubblico col selfpublishing sì?
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