giovedì 19 settembre 2024

kaos

Kaos (1984) dei fratelli Taviani. Film di stupefacente bellezza sul tema del desiderio, sviscerato in tutte le sue forme e raccontato attraverso la messa in scena di alcuni racconti di Pirandello che troveranno una loro conclusione, perfettamente circolare, nell’ultimo film del solo Paolo Taviani, dedicato al fratello Vittorio, Leonora Addio. In entrambi i film si racconta di un ritorno a casa di Pirandello, nel primo in un periodo di grave stanchezza e sfiducia in se stesso per ritrovare il fantasma della madre morta, nel secondo morto lui stesso per venirvi sepolto con le sue ceneri. La battuta chiave per entrambi la dice il personaggio di Pirandello durante l’epilogo del primo film. Dice Pirandello alla madre: “Ora che tu sei morta, che non mi pensi più, io non sono più vivo per te, e non lo sarò ma più” dichiarando come ognuno di noi è fondamentalmente vivo solo in relazione all’altro, fuori da qualsiasi pensiero o rapporto con l’altro, noi non siamo nulla. A lui la madre, che ammette di non capirlo fino in fondo nei suoi discorsi, risponde: “Eppure una cosa io sento di poterti ancora dire: impara a guardare le cose anche con gli occhi di quelli che non le vedono più, ne proverai il dolore, certo, ma quel dolore te le renderà più sacre e più belle”, che è, in fondo, la richiesta di un rinnovato atto di fede nell’arte come unico possibile medium fra i vivi e i morti, e dunque fra se stessi e il mondo.

Nessun commento: