Da un paio di anni una bella coppia di ghiandaie aveva preso possesso dei rami dei cedri del mio giardino e della casa affianco. Le ghiandaie in genere vivono nei boschi, ma con la fame che si vive di questi tempi, si sono spostate verso le zone abitate per cercare cibo. Inoltre, sono uccelli monogami e una volta formata una coppia, l’una resta fedele all’altra per sempre. A me piaceva un sacco il loro canto, un gracchiare strozzato e sottile, come il lamento di un bambino, e anche il colore del piumaggio rossiccio, e di un azzurro brillante sulle ali. Da un po' di tempo, però, non riuscivo più a sentirle cantare, né le vedevo in volo o scendere giù a terra, a bere l’acqua dai sottovasi vicino alla pompa. Oggi, parlandone coi miei, ho scoperto che la causa è uno dei miei vicini, il quale al contrario di me non sopportava il loro canto, lo trovava lugubre; allora ha preso un fucile a piombini e affacciandosi dal balcone di fronte ha sparato, uccidendo una delle due ghiandaie. L'altra, mi ha raccontato mia madre, ha strepitato come una matta per una giornata intera, spostandosi senza pace da un ramo all’altro del giardino. Poi si è arresa all’evidenza del male ed è scomparsa per sempre, ormai vedova come tante altre.
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