Linko qui sotto un interessantissimo articolo uscito oggi sul Post, in cui si parla delle nuove modalità di lettura sviluppatesi nell'era digitale. In sostanza l'articolo dice questo: non leggiamo di meno, anzi, il tempo passato a leggere è aumentato esponenzialmente con l'uso quotidiano di Internet: quasi cinque ore al giorno sono spese nella lettura da pc e iphone. Cambiano le modialità di approccio al testo e cambiano le abitudini dei lettori. Al bisogno di maggiore velocità corrisponde una perdita di concentrazione: tempi lenti, periodi lunghi, descrizioni eccessive, parole complesse, non sono più ammessi. E persino i lettori abituali subiscono tali condizionamenti. I libri cedono il passo a nuovi supporti digitali. Il pericolo è quello di arrivare, attraverso un'eccessiva semplificazione del linguaggio, anche a una semplificazione del pensiero. «Tutta la sintassi si perde, e la sintassi è il modo in cui esprimiamo pensieri complessi. Temo che perderemo la capacità di leggere e scrivere questo tipo di prosa articolata. Chissà, forse diventeremo cervelli da Twitter».
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3 commenti:
Eh, sono anni ormai che notiamo un progressivo abbassamento dei livelli di concentrazione e attenzione nei bambini. Per non parlare della scarsa capacità di riflessione e le difficoltà nella produzione scritta, la rielaborazione, e l'applicazione delle regole ortografiche. Pare una lotta persa in partenza, ma non ci stanchiamo di combattere, credi. E, soprattutto, di regalare esperienze legate alla "parola" che ormai, ahimè, a casa moltissimi non vivono più.
Intanto non sarebbe male rileggersi le teorie dello sviluppo del pensiero e del linguaggio di Piaget,Vygotskij e Bruner.
D'accordissimo con Tita. Sta al manutentore delle parole continuare a diffondere qualità del linguaggio con ostinazione e ottimismo.
e poi dovevano dirlo ai genitori che non sono le seghe a fare diventare ciechi ma i tablet e gli smartphone!
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