Stasera, mentre aspettavo il bus per tornare a casa, ho visto un’arzilla vecchietta che calava giù con una corda una busta dal balcone e poi gridava ai passanti di sotto di prendere la busta, staccarla dalla corda, e poi appoggiarla a terra, vicino al portone del palazzo. Era la sua immondizia che faceva scendere così perché non aveva più forza nelle gambe per affrontare le scale. Tutti però passavano diritti e nemmeno sembravano vederla, o ascoltarla, come se lei gridasse da troppo lontano per farsi sentire. Solo io la osservavo, pieno di curiosità, dall’altra parte della strada, ma non riuscivo a trovare in me la voglia di accorciare quella distanza per darle una mano. Mi è venuta invece l’idea, osservandola, di scrivere una storia partendo da questo episodio. Ho trovato anche un titolo che mi ha gasato per tutto il viaggio in bus, mi ha gasato così tanto che quasi mi sono ritrovato a casa senza accorgermene. Eccolo: Il mondo visto dalla luna. Poi ho controllato e ho scoperto che, per quanto diverso dal mio, hanno già pubblicato un romanzo con lo stesso titolo: La terra vista dalla luna, di Claudio Morici, che a sua volta si ispira, nel titolo, a un omonimo film di Pasolini con Totò. Di solitudini così, insomma, è pieno il mondo. Sono tutte leggermente diverse nelle loro angolazioni, e tutte uguali se prese da una certa distanza.
2 commenti:
il mondo dista un balcone però non era male :)
bello il titolo di amanda e il tuo sguardo sull'episodio.
Posta un commento