Passata l’arroganza dei vent’anni
e dei trent’anni la voglia di spiegare
precocemente entrato nei quaranta
non ho più furia che mi spinga al
verso non ho più direzione alcuna
se mi accorgo come ormai (solo)
la condanna degli uomini soli
è un letto con lenzuola ingiallite
dal pianto e nessun lavaggio
di nessuna lavatrice potrà mai
ritornarle immacolate ma tu hai
ancora parole per dirlo ancora
qualche anno ad una voce prima
che morta ogni storia ogni poesia
con ironia feroce ma non tua
la tua vita si annerisca nella cronaca
appena un trafiletto di rimpianto
da parte degli amici appena un vanto
per tanto affetto immotivato.
1 commento:
un pensiero questo che mi tormenta con più o meno ferocia a giorni alterni. l'incoffessato dispiacere forse di sparire nel nulla, di essere niente accompagnato alla consapevolezza che rasserenarsi di quel niente rivela un qualche forma di saggezza (o demenza) senile. ;)
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