Ogni volta che entro in una libreria mi passa la voglia di scrivere. E mi vien quasi un senso di vergogna ad appartenere a quella razza che si annida lì e cospira contro il resto del mondo con le sue idee, ma a costo di quanta paccottiglia! Nego, rinnego, mi sento come estraniato. Persino quelle poche volte che mi è capitato mi chiedessero, riconoscendomi, se ero io l'autore della tal raccolta di versi, ho subito preso le distanze: Io no, è un altro che scrive. Io sono vittima, come te, delle parole degli altri.
1 commento:
Lilluzzo ovvero dell'arte della coerenza
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