venerdì 29 aprile 2016

thelonious monk e bob dylan



Non mi ero mai accorto di quanta vicinanza ci fosse, nell’immaginario musicale, fra due giganti della musica popolare come Thelonious Monk e Bob Dylan. Le frasi che ho messo insieme qui sotto (spesso luoghi comuni) sono state applicate nel tempo a entrambi, e sono a ben vedere intercambiabili fra i due, almeno finché non si approfondisce.

«È autore di bellissimi pezzi, spesso coverati (meglio) dai colleghi, ma di per sé è un pessimo interprete, inelegante e senza tecnica, al massimo con uno stile unico e assai personale, utile a dire ciò che deve.»

«Le cose che scrive sono fortemente legate alla tradizione, eppure sembrano spesso essere un passo in avanti rispetto al presente. A un primo ascolto sembrano sopra le righe, eppure facendo più attenzione, al secondo ascolto ogni cosa torna inspiegabilmente al suo posto.»

«Ha un pessimo carattere, non si capisce mai cosa pensa. Ora dice una cosa e poi si contraddice senza problemi. Le risposte che dà alla stampa sono spesso surreali, talvolta sgangherate. Suonare con lui invece è una impresa. Durante i concerti è spesso imprevedibile e pretende che tu lo segua per solo intuito, creando ansia e adrenalina nei suoi musicisti.»

«Nei suoi anni giovanili era cool e assai ammirato, per quanto vendesse relativamente poco, spesso molto meno dei suoi epigoni. Aveva grande capacità di gestire la propria immagine oltre che la propria musica. Il modo in cui vestiva era capace di generare delle mode, non solo nel pubblico ma anche fra i suoi colleghi. Invecchiano invece si è chiuso in un silenzio pieno di mistero, innalzando una sorta di muro invalicabile fra sé e il mondo.»