Ieri, mentre passo in piazza Vittorio, mi chiama Sandrino che si confonde con gli altri anziani posteggiati da sempre sulla porta del Circolo Caccia e stanno in fila sulle sedie come i palombi, a rimirarti di sguincio con l’occhio buono vispo e lento di chi studia tutto senza farsi accorgere, e si soffermano un pochino più a lungo sulle gambe nude delle donne, meravigliati. Mi chiama Sandrino, col viso bruciato da troppo sole, che ogni volta si compra il mio ultimo libro per solidarietà di compagno, poi lo legge agli altri perché imparino cos’è la poesia (nell’ordine: le donne, i compagni, le belle storie). Mi chiama Sandrino per stringermi la mano, e mi dice: «Bellissimo, il ceppo è sempre amaro, ma è bello. Cume cazze jè ca non sei ancora emerso? Nan se capisce».
2 commenti:
Già, cume cazze jè ;-).
I Sandrini se non ci fossero bisognerebbe inventarli
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