Stamattina in libreria, già pronto allo sciacallaggio editoriale che in genere si fa quando uno scrittore muore, chiedevo quante copie fossero già state ordinate per Cappello. Nessuna. Nessuno ha chiesto, nessuno ha scritto per proporre l'acquisto o nuovi rifornimenti. Cappello era grande, mi hanno detto, ma non quel tipo di personaggio che smuove le masse, che richiama all'acquisto. Se ne sta defilato, a voce piana, persino nella morte. Quel che intendo io per eleganza. Sempre oggi ricorre l'anniversario della morte di mia nonna. Mi accorgo come di quel giorno si mischino nella memoria solo colori. Le Verdi colline d'Africa, libro che leggevo, e il rosa del gelato preconfezionato alla fragola di cui mia nonna era golosa, che mangiucchiava in barba al diabete. Il cielo di un azzurro puro, profondo e ancora estivo ai primi di ottobre. Una sorta di sogno kitsch, insomma, anche nel lutto. Poi le grida di mio zio: mamà, mamà. E il silenzio attonito di mio padre che spezzava il suono.
1 commento:
Posso abbracciarti?
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