mercoledì 15 agosto 2018

inseguire la propria storia

Ad anni di distanza dalla sua scoperta, continuo a trovare affascinante la vicenda editoriale di Beppe Fenoglio. Che oggi viene considerato uno dei maggiori scrittori italiani del ‘900, ma all’epoca veniva sottovalutato dai suoi contemporanei, persino da molti esponenti del settore editoriale, con gravi ripercussioni sulla sua autostima. Più di tutto trovo avvincente la vicenda del romanzo sulla Guerra. Fenoglio sentiva di avere le capacità e l’ambizione di diventare il cantore assoluto della Resistenza, colui che avrebbe messo un punto definitivo a quella storia. Con questo spirito cominciò a scrivere la vita del partigiano Johnny, di cui realizzò due diverse versioni, prima di abbandonare frettolosamente il progetto. Di quel libro epico, fluviale («troppo lungo!» gli disse Garzanti) venne pubblicata solo la prima parte riveduta, col titolo Primavera di bellezza. Intanto Fenoglio era stato catturato dall’intuizione di un nuovo romanzo assai più snello e per certi versi meno introspettivo, il cui protagonista diventava Milton, personaggio assai più duro, pratico, e meno snob di Johnny. Anche questo libro, proprio come Il partigiano Johnny, sarebbe stato pubblicato dopo la morte di Fenoglio, col titolo L’imboscata. Perché Fenoglio scrive il romanzo e ne parla entusiasticamente a Garzanti per una prossima pubblicazione, ma all’ultimo minuto, prima di concluderlo, ha una nuova intuizione: molla tutto, tranne Milton, e cambia completamente storia, trasformandola in un inseguimento amoroso, folle, inserito all’interno della Guerra. Inseguimento a cui Calvino non farà fatica ad attribuire una matrice ariostesca. Riscritto in tre versioni, il romanzo vedrà la luce dopo la morte di Fenoglio, col titolo Una questione privata. Eppure la vicenda di Milton costretto, dal suo bisogno di sapere, a inseguire l’ombra di Fulvia, è un po’ anche la vicenda dello stesso Fenoglio, che inseguiva la sua storia, la storia a cui sentiva di dover dare una voce, metterle un punto per poi passare ad altro, e che invece, per amore, rifiutava di farsi prendere e concludere.

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