giovedì 30 agosto 2018

servizio

Stamattina ho visto un servizio al Tg Norba che nel succo parlava di un ragazzo ipovedente di Lecce che sognava di scrivere un libro, ne ha scritto uno tutto in dialetto salentino, si è rivolto a varie case editrici locali che gli hanno chiesto un contributo e alla fine è dovuto andare al nord (come al solito!) per farsi pubblicare il libro seriamente, cioè aggratis. Poche copie che hanno realizzato il suo sogno. Ora, io non so niente di questo ragazzo e del suo libro, né mi voglio esprimere a riguardo, perché ognuno ha diritto e dovere di coltivare i propri sogni. Non so nemmeno a chi si è rivolto. Però ho trovato scorretto il messaggio lanciato dal servizio, per il modo in cui poneva la questione editoriale al sud. È sembrato quasi intendere che tutte le case editrici meridionali non sono in grado di pubblicarti se prima non le paghi, e che per ottenere un po’ di serietà e onestà devi andare necessariamente al nord. Che è un messaggio non solo venato di pregiudizio, ma offensivo per tanti che come me restano al sud e fanno al meglio che possono il proprio lavoro.

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