mercoledì 1 agosto 2018

lupini

Un amico mi dice che “La nostra voce non si spezza” gli ha ricordato nello spirito “Vita dei campi” di Verga: stessa brevità e compattezza quasi monotematica, stesso gusto per i ritratti di sconfitti filtrati attraverso l’affetto e la pietà piuttosto che il cinismo, stessa fondamentale visione pessimistica e quasi immobile della vita. Cambia nel tono, ché io sono più ironico e mi prendo meno sul serio, perché mi manca una vera coscienza di classe. La mia voce si sente chiara e originale. Per il resto “Storia di cani” è una sintesi assai riuscita di “Rosso malpelo” e “Storia dell’asino di San Giuseppe”. Ora speriamo di riuscire a dare all’umanità un nuovo “I Malavoglia”. Io lo ringrazio e mi porto avanti con lavoro: per cominciare faccio scorta di lupini.

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