Ogni tanto ti imbatti nel libro di un coglione. Non uno che dici che è coglione perché non ti piace come scrive o per invidia del suo successo, e nemmeno uno di quei cattivi impolitici di cui è piena la letteratura, ma proprio un coglione, una persona che dal vivo è spesso stupida e sgradevole, viscida, ma che ha il dono della scrittura come pure ce l’hanno in tanti altri. Ogni volta ti chiedi come faccia un coglione così, non dico a pubblicare, ma proprio a farsi amare, cioè come riesce a far scattare nella gente, per converso, quel meccanismo per cui di un coglione così non solo gli piace leggere il suo libro, ma si riconosce addirittura nelle sue storie. E siccome non sei altrettanto amato, non ci arrivi.
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