venerdì 10 settembre 2021

goya

Quel che mi interessa è l’attacco che Goya muove alla realtà. Quando era sordo e aveva paura di diventare cieco, cominciò ad attaccare la realtà – il che, nel suo caso, può essere anche ricondotto al contesto storico. È una situazione che ho capito fino in fondo solo negli ultimi anni: Goya se ne sta lì, nella sua Spagna reazionaria, ed è avidamente interessato all’Illuminismo francese. Poi finalmente arriva il Nuovo, il progresso, la rivoluzione, ma arriva nelle vesti di un esercito di occupazione, con tutto il terrore proprio di un esercito di occupazione. I contadini danno vita alla prima guerriglia in difesa dei loro oppressori che sono in pericolo. Combattono il progresso che si presenta loro sotto forma di terrore. In questa situazione lacerante, Goya dà vita alla pennellata generosa e al tratto spezzato. Non esistono più contorni netti, né pennellate nitide. Affiorano momenti di rottura, insieme al tremolio del tratto.

Heiner Müller, Guerra senza battaglia, Zandonai, 2010


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