Visualizzazione post con etichetta james joyce. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta james joyce. Mostra tutti i post

mercoledì 6 gennaio 2021

come viene percepito un poeta

BLOOM: (Parlando di Stephen Dedalus). Non sa cosa dice. Ha bevuto un goccio di troppo e non gli fa bene. Lo conosco. È un gentiluomo, un poeta. Uno a posto.

STEPHEN: (Annuisce, sorride, e ride). Signore, patriota, studioso e giudice di impostori.

SOLDATO CARR: Non me ne frega un cazzo di chi è.

SOLDATO COMPTON: Non me ne frega un cazzo di chi è.

(James Joyce, Ulisse, trad. Enrico Torrinoni, Newton Compton, 2012, pag. 570)

martedì 31 dicembre 2019

solo

Le maglie grigiodoro della luna fanno
della notte un velo,
ai lampioni del lungolago assopito
si avvolgono i viticci del Laburno.

I giunchi sornioni bisbigliano alla notte
un nome – il suo nome –
E tutto il mio cuore è un diletto,
un deliquio di vergogna.

(James Joyce, Zurigo 1916)

lunedì 30 dicembre 2019

un fiore donato a mia figlia

Fragile la bianca rosa e fragili sono
le mani di lei che donò
l’anima sua appassita e pallida più
dell’onda del tempo spenta.

Rosafragile e bella – ma ancor più fragile
una selvaggia meraviglia
negli occhi tu veli gentili,
mia bluevenata bambina.

(James Joyce, Trieste 1913, trad. Ilaria Natali con io che ci ho messo le mani)