domenica 5 maggio 2013

veglia

Se muori non porti con te la tua vita
né puoi lasciarla a chi resta
sparisce tutto di te e poi non torna
aspettiamo la fine stanotte a seconda
della forza del cuore.

Il tuo compare di là si lamenta
per il proprio tumore che scalcia
se potessi risucchiare il suo male
dare forza alle tue gambe marcite
direi nuovamente al tuo io
ormai incosciente cosa ho capito:

Non so niente di te né mai saprò niente
che conta – gli scarti irrefrenabili
del cuore taciuti per pudore –
e questo tuo vuoto è in me scavato
com’è la malattia nel tuo costato.

Ognuno ti è accanto coi suoi stracci
le macerie
coi suoi crucci che separano e fa i conti
ostinati col cuore
aspettiamo senza fare rumore
perché questo è la vita
e tu la lasci per sempre.

7 commenti:

lillo ha detto...

Ieri sera mio nonno si è sentito male. I medici del 118 ci hanno dato poche speranze, dicendoci che probabilmente non sarebbe arrivato al mattino.
Poi, fra le due e le tre, si è ripreso e al momento le condizioni sono più o meno stabili.
Stanotte, aspettando, ho scritto questa.

amanda ha detto...

non si lascia andare, chissà per cosa combatte in fondo a quello che resta della sua esistenza, non ha accettato l'abbandono

un abbraccio a te ed alla tua mamma

amanda ha detto...

Lilluzzo i tuoi versi sono bellissimi

Alle ha detto...

Leggendo i versi ho capito che era successo qualcosa.
Sono molto dispiaciuta, spero superi la crisi e resti ancora un po' con voi. Un abbraccio, amorevole nipote.

giardigno65 ha detto...

l'ho sempre detto, la poesia ci salva sempre ...

lievito ha detto...

ci sono due passaggi in questa poesia che prima o poi ti ruberò e posterò.
con il tuo permesso. ovvio.

lillo ha detto...

:)