Il 9 maggio 1978, per certi versi può essere paragonato al 22 novembre 1963 americano. L’omicidio Impastato se vogliamo, in piccolo, ma soprattutto l'omicidio Moro, hanno una importanza capitale nella nostra storia politica.
Si delinea, intorno a quel rapimento e poi esecuzione, una spaccatura netta negli organismi di potere: una parte dello Stato si allea a determinate forze criminali, e poi cerca con tutte le sue forze di insabbiare le indagini, per mantenere inalterato uno stato di terrore che ne favorisca gli scopi; un’altra parte lavora alacremente, ma senza successo, alla liberazione di Moro.
Si delinea, allora, quella spaccatura insanabile nella politica, di cui siamo vittime ancora oggi. La sconfitta dei “buoni”. La vittoria del male, che si diffonde a tal punto nelle istituzioni da potersi vedere poi a occhio nudo, di giorno, senza vergogna. In questo senso Mani Pulite, col senno di poi, non è stata l’epurazione violenta delle cellule impazzite, come l’abbiamo celebrata, ma la presa di coscienza che il male e il sistema erano ormai la stessa cosa, inestricabili, e capaci di diffondersi capillarmente a tutti i livelli della sfera sociale: la nostra indifferenza politica, o la rabbia cieca che non risolve i problemi ma è buona sola ad abbaiargli contro, è figlia di quel male. Siamo contaminati anche noi, chi più chi meno. E oggi celebriamo i martiri di una sconfitta, e forse di una guerra in corso e non ancora perduta solamente a parole.
Si delinea, intorno a quel rapimento e poi esecuzione, una spaccatura netta negli organismi di potere: una parte dello Stato si allea a determinate forze criminali, e poi cerca con tutte le sue forze di insabbiare le indagini, per mantenere inalterato uno stato di terrore che ne favorisca gli scopi; un’altra parte lavora alacremente, ma senza successo, alla liberazione di Moro.
Si delinea, allora, quella spaccatura insanabile nella politica, di cui siamo vittime ancora oggi. La sconfitta dei “buoni”. La vittoria del male, che si diffonde a tal punto nelle istituzioni da potersi vedere poi a occhio nudo, di giorno, senza vergogna. In questo senso Mani Pulite, col senno di poi, non è stata l’epurazione violenta delle cellule impazzite, come l’abbiamo celebrata, ma la presa di coscienza che il male e il sistema erano ormai la stessa cosa, inestricabili, e capaci di diffondersi capillarmente a tutti i livelli della sfera sociale: la nostra indifferenza politica, o la rabbia cieca che non risolve i problemi ma è buona sola ad abbaiargli contro, è figlia di quel male. Siamo contaminati anche noi, chi più chi meno. E oggi celebriamo i martiri di una sconfitta, e forse di una guerra in corso e non ancora perduta solamente a parole.
1 commento:
non v'è altro da aggiungere, solo restare svegli finchè si riesce senza perdere di vista i sogni
Posta un commento