venerdì 6 febbraio 2015

volevo dire

Volevo dire che è vero, come mi hanno detto tante volte, che scrivo come mangio, ma è anche vero che il pane che mangio me lo sono fatto io, l’ho impastato a lungo, non me l’ha regalato nessuno.

7 commenti:

amanda ha detto...

BBBBONO

Vale ha detto...

Ognuno scrive come gli pare...no?!

lillo ha detto...

amanda, grazie :)

vale, pare (pare) che non sia sempre così...

giardigno65 ha detto...

per me sei uno chef !

Anonimo ha detto...

:)

marian. ha detto...

e cucini veramente saporito; leggere quello che scrivi (e invito chi dice che scrivi come mangi - che poi ci sarebbe tutto un trattato da scrivere su "come mangiamo" - a leggere quello che scrivi prima di mangiare) è una vera delizia. Mi piace come scrivi, l'ironia sempre presente, la dolcezza, la ricerca - nell'immagine - della bellezza, qualunque cosa essa tratti. In questo tempo dove tutti possono atteggiarsi a scrittori, in questo tempo di righe e frasi da ipermarket, di poesie fasulle e banalissime, di libri studiati a tavolino dalle multinazionali dell'inchiostro, se c'è ancora qualcuno che riesce a scrivere bene bisogna dirlo sinceramente, senza invidia. Sarà per il lavoro che faccio, ma ti assicuro che lo capisci subito chi sa mettere insieme quattro frasi. Lo capisci quando leggendo, nel tuo cervello, iniziano a crescere alberi. Ti ho già detto che sei uno dei miei scrittori viventi preferiti? E sai perchè? Perchè non potrò mai e poi mai leggere tutta la roba del mondo (considerata la quantità) per avere un termine di paragone imparziale. Preferisco scegliere quindi ciò che mi sazia (ma anche la sazietà merita un approfondimento: cos'è realmente? quando la riconosciamo?) nel momento in cui ho fame. E' quello che mangi, che se è buono davvero, ti spinge ad assaggiare altro.

lillo ha detto...

grazie mille maria, sei molto cara :)