Si suggella così il tuo lungo viaggio
e il nostro breve che per poco
ci portò un romanzo: il breve lampo
del tuo slancio senz’amore
ma incapace di slegarsi dal mio amore
(né disse mai l’amore di volerci)
soltanto per averci complici
e compagni di perdenza per il giorno
del tuo ritorno a casa anguilla mia.
Mi scrivi dalle coste dell’inverno
in una luce tutta notte tutta inverno
mai più salvezza tu mai più l’eterno
ma serratura (toppa e chiavistello)
da serrare in vista dell’averno:
cruna che dall’abisso di un vulcano
ci schiude una parola il tuo saluto
poi viene divorata dall’incuria dallo sputo
dei postini infreddoliti. Perdonali
non sanno.
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