mercoledì 16 settembre 2015

stroncature

Ho appena letto una bella recensione di Ennio Abate (sull'ultimo numero della rivista Il Segnale) che distruggeva si-ste-ma-ti-ca-men-te, cioè smontandolo pezzo per pezzo ed evidenziandone i suoi punti deboli, non solo a livello formale ma anche nelle ambizioni e come specchio storico-sociale, l'ultimo libro di Aldo Nove, Addio mio Novecento. Titolo della recensione, appropriato: Nove senza Novecento. Ora, indipendentemente dal fatto che si sia d'accordo o meno col giudizio di Abate, è proprio bello vedere che si fanno ancora di queste stroncature, pacate, pensate, nette, non buone ma nemmeno feroci, che ormai mi pare tutto debba sempre essere espresso non come lotta, ma come estremismo, rabbia fine a se stessa, e che va o sempre più sul personale ("il libro è brutto perché lo scrittore è stronzo" che è già di per sé un'assurdità, visto che si sa molti grandi scrittori sono degli indiscussi pezzi di merda) oppure sul politichese ("il libro è brutto perché quello sta da un lato, oppure dall'altro, o in alto o in basso" o al contrario, molto più frequentemente, "il libro NON PUO' essere brutto perché quello sta da un lato o dall'altro o in alto o in basso" e quindi ne parlo bene anche se non mi piace, oppure tergiverso, non prendo posizione, che è un po' un'altra forma di ipocrisia intellettuale). Nulla di nuovo, intendiamoci, si è sempre fatto. Ma, per dirla in due parole: che palle!

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