Pensavo che, in un certo modo, sarebbe figo se per tutti i libri travagliati venisse creata una pagina in cui si segnalano le case editrici che lo hanno rifiutato prima di arrivare al successo. Sarebbe un modo per tracciarne la storia oscura, quella della disperazione e della lunga rabbia. Immagina che bello, se domani pubblicassero il futuro Gattopardo, o Il partigiano Johnny, o La coscienza di Zeno (ad esempio) e dietro c'è una sfilza di nomi di editori più o meno importanti, e in mezzo c'è il mio. E in alto, lapidaria, la scritta: questo romanzo fondamentale è passato di qui quando non era niente più che un mucchio di parole, e loro non le hanno capite.
1 commento:
Bello, letto e vissuto
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