Mi stupisco sempre di scoprire in persone colte o lettori “forti” la stessa identica diffidenza verso la poesia che hanno i non lettori. In genere preferiscono la prosa, mi dicono, la poesia la rispettano ma non la capiscono. Coi non lettori ci vengo a patti, e mi rassegno con la scusa che non hanno i mezzi, ma ai lettori forti o colti, che gli dico? E loro, che mi dicono se glielo chiedo? Finora la risposta migliore mi viene da un’amica scrittrice. Secondo lei non si tratta semplicemente di gusti, ma di vera e propria visione della vita: i lettori di prosa hanno un approccio alla realtà (e quindi successivamente alla lettura) più logico che istintivo, cioè mettono un piano sopra l’altro, mentre i lettori di poesia usano la logica e l’istinto insieme, sullo stesso piano, ovvero i due piani si mischiano senza soluzione di continuità. Così, nelle vie di mezzo, più la visione si fa “poetica” più la prosa perde di logica e spesso si fa difficile e noiosa; più la visione si fa prosastica, più la poesia diventa logica, concreta, e quindi facile da leggere. E tu, come lo guardi il mondo, e che lettore sei?
6 commenti:
Eh beh, è proprio così. Del resto, perché "prosaico" non è stato mai un complimento?
Io – giacché me lo chiedi :-) – il mondo cerco appunto di guardarlo; anche per questo leggo le poesie.
Io sono onnivora e famelica :-D
Usare logica e istinto insieme per salvarsi, anche da noi stessi.
Così cerco di guardare il mondo. Così provo a leggerlo.
C'è un magari che vola, io credo: ossia che la poesia non la si legge al rigo, la si ascolta all'immagine
eh del resto se non leggeste poesia, non sareste qui, credo :)
tentare nuoce, è bellissima poesia la tua :)
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