Vivo in una gabbia dorata
adagiato come un uovo sul fondo
e dormo caldo fra gli escrementi
degli alati più in alto il sonno
del giusto che mai conquisterà
il suo posto sul trespolo dei canterini.
Sogno da qui la mia rivalsa
ignorato persino dalla mano che divina
versa semi per nutrirli nel segno
della provvidenza e della cattività
necessaria. Cattività a doppia mandata la mia
concentrata nel tuorlo e costretta
nel guscio di difesa dal mio
nucleo di poeta mai nato ma già
pronto alla frittata. Vivo qui
fra gli amati canterini nella gabbia
i miei anni della merla.
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