Ho appena letto, sulla sua pagina, l'ennesimo articolo di un sedicente poeta contro Guido Catalano. A me Catalano come autore non dice moltissimo, allo stesso tempo non posso far finta di non vederlo. Però nemmeno capisco quelli che devono parlarne male a oltranza. Voglio dire che certe volte mi par quasi che lo si accusi di rubare spazio agli altri e invece no, lo spazio è quello che è, e lui, secondo me, fa solo le sue cose al meglio che può. Le fa bene, le fa male, cazzi suoi. Piace più lui di me? Buon per lui. Io non mi sento invidioso. Faccio le mie cose anche io, al meglio che posso, e se mi leggono meno persone vuol dire che sono per pochi. Capirei se si discutesse di etica della scrittura, ma la sensazione che si ricava da certi articoli in cui lo si accusa di essere un fallito senza cognizione di causa e letto da altri falliti incapaci di esprimere gusto è quella della sottile invidia di chi ce l'ha più piccolo e si attacca ai massimi sistemi dell'arte e del canto per ostentare sicurezza. Ecco, non vedo e non vedrò mai l'utilità di parlar male di un altro per affermare la propria virilità autoriale. Chi lo fa un po' rosica, almeno questa è l'impressione, e non è bella né virile.
1 commento:
Saresti da baciare a volte Lilluzzino
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