Stasera presentiamo La maledizione dei Palmisano, romanzo scritto da Rafel Nadal e ambientato a Locorotondo fra le due guerre mondiali. A qualcuno è piaciuto molto e a qualcuno meno. Io per me posso dire, e faccio qui mea culpa, che il romanzo mi ha aperto gli occhi su fatti che non conoscevo. Ad esempio, ho sempre considerato la Resistenza un fenomeno prettamente norditaliano, per scoprire attraverso questo libro che il primo nucleo di una Resistenza al nazifascismo non è stato nelle Langhe, ma a Matera, e poi a Bari – col re che intanto se ne stava rintanato a Brindisi. Ho scoperto anche che uno dei bombardamenti più feroci della guerra è stato proprio quello di Bari, con interi quartieri rasi al suolo, migliaia di morti anche a causa di errori ed omertà degli americani. “Non lo sapevi?” mi chiederà qualcuno scandalizzato. Io no, non lo sapevo, questa è una storia che non mi è stata mai raccontata. A me hanno sempre detto, fin da bambino, persino nei libri di scuola, che noi eravamo i monarchici, i cafoni senza orgoglio salvati dagli americani. Questo mi è stato raccontato, rubando a me e a molti della mia generazione, l’orgoglio di appartenere a una storia più dignitosa. I danni che ora vediamo, questa disaffezione diffusa per lo Stato italiano che così viva si sente al Sud, è anche frutto di quella storia negataci. Che c’entro io con questa Italia, ci si chiede. “Noi abbiamo offerto carne da cannone alle due guerre, ma l’epica è finita tutta a nord” dice Nadal. Io non lo sapevo, ora lo so. E mi sento meglio. Resta da chiarire chi ha scritto quella storia e perché ci è stata raccontata, a quale scopo.
Nessun commento:
Posta un commento