Da ciò che leggo, mi pare che ancora una volta si stia perdendo l’occasione di parlare di cos’è uno stupro, cioè un atto di prepotenza, di potere, un sopruso a danno di un più debole (senza limiti di genere e di età), per continuare a fare le solite dietrologie socio-politiche. Ancora una volta, cioè, si parla non delle vittime di suddetto potere, se non come pretesto, né dei meccanismi che le rendono prede, ma di chi quel potere ha esercitato e solo per decidere chi sono i “veri” cattivi: se i giovani neri immigrati o i carabinieri armati di pistola, in questa sorta di romanzetto criminale che appassiona tutti, senza commuovere realmente nessuno.
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