Ho capito che cominciavamo a crescere come casa editrice quando hanno cominciato ad arrivarci 4 o 5 proposte editoriali a settimana. Una marea di roba quasi tutta in versi. Che poi a me la poesia mi piace un sacco, ma non in dosi industriali. Vero è che se mi facessi pagare da tutti quelli che mi scrivono forse, non dico che riuscirei a pagarmi l'affitto, ma almeno mi comprerei una giacca nuova che sono dieci anni che porto sempre la stessa e mi ricordano che non è professionale. Ma queste, si sa, sono divagazioni e la poesia non è un lavoro. Il punto è, ma quando leggeremo tutta questa roba? Il mondo ne ha veramente bisogno? E ancora, anche quando ti proponi di rispondere a tutti, ma quando è cominciata questa cosa che un autore dopo nemmeno due mesi che ti ha inviato il manoscritto comincia a scriverti smanioso, gli senti gli sbuffi fra le righe: allora, avete fatto? Ma fatto cosa? Io qui sono ancora ai preliminari.
1 commento:
Beh si sa che i preliminari hanno il loro perché
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