Ma il levante adolescente
lui rimane dalla parte del sangue
spingendo il cappero alla conquista dei castelli
di origano c’inonda di pasque e di limoni
convince il fico a riaprire il dolce sesso
l’aglio ad essere soprattutto se stesso.
È così
che da un qualunque venerdì
spunta la Festagrande del dolore
le litanie diventano linguine
e fiumi scorrono di cere e di rosolii
in memoria di quando si sognava a due colori
che bastava un fischietto a battezzarci uomini.
Lino Angiuli, Giorni di festa, Schena
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