Ieri una mia amica mi ha confessato che la metto a disagio, che quando legge le cose che scrivo la faccio star male perché spesso non condivide quel che dico, ma non avendo i miei stessi mezzi espressivi non si sente all’altezza di discuterne con me, anche solo per dirmi che sto sbagliando. E io che, per carattere e cultura, mi sono sempre imposto di usare un linguaggio semplice, immediato, di evitare i paroloni, di essere il più chiaro e colloquiale possibile con tutti, cercando l’apertura, il dialogo, mi ritrovo sconfitto dalla mia stessa cultura che non ha creato nessun dialogo, anzi, ha creato soltanto silenzio. Insomma, mi sembra quasi che un intero progetto di vita sia finito dritto dritto nel gabinetto.
Nessun commento:
Posta un commento